Dal Vangelo di Giovanni 8, 12-20
In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». ...Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera».
Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.
E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». ...Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
Parola del Signore
Commento al Vangelo di Padre Augusto Drago
Fratelli e sorelle vi prego di invocare su di me lo Spirito del Signore così come io lo invoco su di voi: insieme possiamo penetrare il mistero nascosto nalla Parola del Signore. Siamo ancora nel contesto della festa dei Tabernacoli o delle Capanne (Sukkot). E' la festa durante la quale si consuma il grande rifiuto di Gesù da parte dei farisei e poi da parte di tutto un popolo. Tutto il quadro è intessuto ed intrecciato di incontri e di scontri. Gesù parla sul piano del Misterop di Dio. I farisei rimangono sul piano della "carne" e leggono tutto con gli occhi della Legge. Non c'è posibilità di intendersi. Occorre entrare nel linguaggio di Gesù con umiltà di cuore ed retta intenzione. Ma tutto questo manca nel cuore e nella mente dei suoi nemici.
Lo abbiamo visto ieri sera a proposito dell'episodio della donna adultera.
Il discorso nel testo di questa sera si snoda prima di tutto su un'autorivelazione di Gesù:"Io sono la Luce del mondo, chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita!"Tutto parte da qui e qui si trova infatti la chiave di lettura del brano. Per comprendere questa autorivelazione di Gesù, per un istante dobbiamo riandare indietro e ritrovare alcune cose importanti che Giovanni aveva deto già nel Prlogo preposto al suo Vangelo. Ebbene le Prologo (1,1 si legge: " In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno vinta". Ma che cosa è la Luce? Si tratta di uno dei simboli più "potenti" presenti nella Sacra Scrittura, nel Testo Sacro.
La creazione comincia con l'effusione della Luce: "E Dio disse: sia la Luce e la Luce fu..." (Genesi 1,3). La luce indica l'effondersi di Dio e della sua potenza perché la vita sia resa possibile. Inizia così la creazione. In essa pulsa la Vita di Dio. Ora del Verbo è detto che"era Lui" la Luce. Ciò significa che Egli è la potenza del Padre chericeve la sua Vita e la effonde in forma di Luce, vale a dire nel segno della effusione di Dio stesso sull'umanità. Io sono la luce: significa Io sono l'Effusione di Dio che dona vita agli uomini. Io sono l'espnderasi di Dio nel mondo e nella vita e nella storia di ogni uomo. Perciò chi lo segue, non camminerà nelle tenebre del peccato, dell'impotenza al bene e alla vita, ma avrà la vita stessa del Figlio che è l'effusione stessa della Vita del Padre.Che stupore! Ce meraviglia, che Bellezza indicibile contengono queste parole di Gesù. Ci lo segue non conosceà più le tenebre, il peccato, l'abisso della desolazione, dell'autodistruzione, ma avrà pienamente la Vita nella sua pienezza. Non tanto la vita intesa nel suo significato bioogico, ma nel suo significato teologico: La vita che è Dio che è in Dio. Quasi a dire: se mi seguite, Io che sono Luce, avrete la vita di Dio in voi! Non ci fanno fremere queste parole di Gesù? Non ci danno forse le vertigini, tanto sono sublimi ed inattese al tempo stesso! La luce splende nelle tenebre! Vale a dire spande la sua potenza sul mondo del pccato e delle potenze malvagie e le annienta.Basta seguire Gesù! Solo Lui! Nessun altro che Lui! Ed avremo la Vita in noi e per noi! Io non so voi, ma io quando mi accosto aqueste parole sento palpabile il mistero dell'Amore del Padre che si dona a noi per mezzo del suo Figlio il Signore nostro gesù Cristo.
La vita poi opera in noi per mezzo dello Spirito santo. Insomma divenimo in maniera assoluta compartecipi del mistero di Dio! Stupore e meraviglia. Questo è ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano! Qual è la risposta dei farisei? Non hanno e d'altra parte non potevano capire proprio nulla! Lo accusano di autoreferenziarsi! Pertanto la sua affermazione non può essere vera. Ma Gesù riprende il discorso con molta autorità dimostrando che Egli e il Padre sono una cosa sola: lo referenzia il Padre il quale gli rende testimonianza. Poi solo Gesù sa da dove è venuto!"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio! (Dal Prologo 1,1-2). Ecco da dove viene: dal Padre con cui forma un'unità sostanziale.Un giorno Filippo gli chiese: "Mostraci il Padre e tanto ci basterà!" E Gesù gli rispose: "Filippo da tanto tempo sono con voi e ancora non avete conosciuto il Padre? Non sai che chi vede me vede il Padre?". Parole molto chiare! Dentro questa unità, fratelli e sorelle, ci siamo anche noi! Sì, ci siamo anche noi! Pensateci quale amore ci è stato dato, pensateci quale Vita pulsa nella nostra ani,a! La vita del Padre e del Figlio! Bello, stupendamente bello! Non vi commuove tutto questo? Bisogna proprio avere un cuore di pietra per non piangere di gioia! "E chi è tuo Padre?" riprendono i farisei. Dov'è tuo Padre? La risposta di Gesù è altrettanto chiara ma avvolta sempre nel mistero il cui fascino non può albergare nei cuori dei suoi nemici ."Voi non lo conoscete e non potete conoscerlo".Siete troppo carnali! Ragionate secondo la carne e non secondo lo Spirito! Non potree avere mai la "conoscenza" del mistero. Esso è dato da conoscere solo a chi si è fatto piccolo e ha deciso nel suo cuoe di seguire Lui, Luce della vita e della Verità. Nessuno nella sala del tesoro riesce più a controbattere. Le Parole di Gesù, anche se non comprese, hanno sempre un fascino irresistibile che impietrisce chi non le comprende. "E nessuno lo arrestò, perché ancora non era venuta la sua ora".Verrà l'ora di Gesù, quando si compirà il volere del Padre e la sua Parola non sarà mai più ascoltata dao capi e non si sentiranno più soggiocati dalla suo fascino, perché satana era entrato nei loro cuori. Fratelli e sorelle, he cosa ci dice, come ci para il testo del Vangelo questa sera? Io penso che dovremmo imparare ad ascoltare la Parola per entrare nel Mistero di Dio. La Luce è la potenza dell'Amore che opera in noi Vita e Vita abbondante. Se avremo la grazia di seguirLo fino in fondo questa Vita ci abiterà finoin fondo e verrà poi il tempo senza tempo in cui nessuno potrà più strapparcela: né morte, né vita, né altezze né profondità, né nessuna cosa ci potràmai più separare dall'Amore di Dio in Cristo Gesù.Verrà questo tempo che non appartiene più alla storia, ma all'eternità. Verrà questo "tempo" in cui seguiremo per sempre l'Agnello immolato per noi, grazie padre: e non ci sarà più né lutto, né pianto, né lamento, né morte, perché le cose di prima sono passate, ed avremo la Vita per sempre, quella che già in mniera iniziale opera in noi.
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Dal Vangelo di Giovanni 20,1-10
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. ...Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». [marilille] 22:56: Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. ...Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. [marilille] 22:56: Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. ... ...Parola del Signore
Commento al Vangelo di Padre Augusto Drago
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Dal Vangelo di Giovanni
(Giovanni 3,17-18)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. [marilille] 22:52: Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. ...E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. [marilille] 22:53: Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio»
Parola del Signore
Commento al Vangelo di Padre Augusto Drago
Grazie fratelli e sorelle, sono sicuro che mi accompagnerete con la vostra preghiera. Il brano che ci accingiamo a meditare è la perfetta continuazione di quello di ieri sera. Siamo ancora nel brano in cui Gesù incontra di notte Nicodemo. Ieri sera abbiamo fatto notare come ad un certo punto il dialogo diventa monologo e la figura di Nicodemo sembra svanire. Gesù aveva parlato della Croce come luogo del suo innalzamento e come kuce radiante di verità e di amore. Adesso spiega in che cosa consista questo amore che si irraggia dalla Croce. " Dio ha tanto amato il mondo..." Gesù sembra subito dirci che dalla Croce Dio si manifesta come un Amore più ostinato di ogni possibile peccato. "Mondo" in san Giovanni spesso significa una realtà negativa di cui è principe il maligno, Satana. "Veniva nel mondo la Luce vera, ma il mondo non lo riconobbe" era stato detto nel Prologo del Vangelo. E ciò nonostante Dio in Gesù ama il momdo. Sì, l'Amore che Dio manifesta sulla Croce di Gesù è un amore che non demorde, ostinato, più ostinato del peccato. Tutti in un modo o in un altro ci troviamo in esilio abitando una terra che non appartiene a Dio, ma al peccato. In Esilio: lontani da noi stessi, dalla percezione della vita, esiliati dalla terra promessa della speranza e dell'Amore, esiliati in terra straniera dove ci sentiamo alienati dalla vita e dalle cose, esiliati dalla luce della Verità.ù Brancoliamo spesso nel buio della nostra razionalità fine a se stessa ed eretta, come una divinità, sull'altare del nostro io più profondo. In fondo che cosa è mai il peccato se non vivere esiliati dall'Amore? Ecco perchè dall'alto della Croce, fonte radiante di Luce e di Amore, Gesù dice che attirerà ogni cosa a sé. Questo è l'Amore di Dio per il mondo, per noi, per l'uomo che vive nel peccato. Dio non si arrende mai! Tanto è ostinato l'Amore di Dio per il mondo e per noi, che è Lui stesso a metterci nel cuore la nostalgia di una vita più vera, più autentica. E' Dio in Gesù che fa scaturire il canto nel cuore di chi, tra noi, dopo aver vissuto l'amarezza di non essere libero perché abitato dal peccato, cerca la via della Luce. Allora l'Amore per la Vita che viene dalla Croce si fa canto di liberazione e di guarigione. Liturgia di lode e di ringraziamento. Nel nostro testo lAmore ostinato di Dio prende forma e contorni ben precisi. "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna"! Dio dunque ama il mondo. Esso è lo spazio dove l'uomo dipinge e costruisce la sua storia, ma dove spesso tutto diviene caos e disordine a causa del peccato. Eppure Dio ama, ed ama per salvarci, e ci si salva solo attraverso la fede, ossia attraverso la certezza di essere amati ostinatamente. Che cosa poteva darci di più caro, di più prezioso, di più unico, se non il suo Figlio Unigenito? I Padri definivano questo Amore di Dio "folle" di una follia che è tutta divina. Lo ripeto: Dio non si arrende mai! L'Amore non giudica ed ha come scopo quello di darci la vita eterna, vale a dire il suo fine è quello di unirci strettamente a Dio fino a goderLo per sempre nella pienezza del Regno. Fino a renderci perduti ed abbandonati alla Bellezza dentro la quale abiteremo per sempre. La misura dell'Amore è la fede nell'Amore. Di fatti chi crede non sarà condannato, Ma chi non crede è già condannato. La condanna avviene ora, adesso, nel tempo del vivere. Quale condanna? C'è fiorse condanna peggiore se non quella dell'essere esiliati dall'Amore? Questa è la condanna: essere e vivere senza capacità di vero Amore! E non è Dio che condanna, ma l'uomo stesso che si autocondanna, si autodistrugge. Chi non ama è nella morte, dice san Giovanni nella prima lettera. E così, esiliato dall'Amore, l'uomo vive la sua condanna come arsura di amore e va alla ricerca continua di cose che possano appagarlo ma non calmano l'arsura. Il Desiderio dell'Amore vero è stato ucciso! Guai a quell'uomo che non sceglie le vie dell'Amore. Non sarà mai se stesso, non sarà mai realizzato. C'è dunque un giudizio che viene da Dio: è per quelli che hanno creduto all'Amore e lo hanno vissuto. C'è un giudizio che nasce dal cuore dell'uomo. Un giudizio di condanna perché si è autoescluso dall'Amore. Perché questa autoesclusione? Perché questa auto condanna? Perché l'uomo crede di più alle ragioni della sua ragione che all'Amore il quale aspetta semplicemente di non essere ragionato ma accolto e vissuto. La ragione diventa in tal modo idolatria. Dio cessa di amare questi uomini? No! Sta scritto infatti: La fedeltà del Signore dura in eterno! L'Amore del Signore non ha mai fine. Dio infatti non può non amare: è Amore sostanziale. Se smettesse di amare cesserebbe di essere se stesso! Ecco allora che la Croce diviene il Simbolo dell'Amore crocifisso di Dio.Egli è e rimane crocifisso all'Amore. Soffre quando non è Amato, ma continua ad amare con lo stesso ostinato Amore. Non si dona pace... Questa è la sofferenza dell'indicibile nostro Dio! Ed èil suo ostinato Amore che vince il mondo che non lo riconosce, anzi ha già vinto. Sulla Croce ha già posto per ciascuno di noi la Parola fine ad ogni sforzo umano di fedeltà da parte nostra: ha fatto tutto Lui. A noi solo il compito di accogliere e mangiare il frutto dell'Albero nuovo che ci fa permanere nel Paradiso terrestre. Ha tanto amato il mondo da far sgorgare dal Petto del suo Figlio una sorgente di grazia infinita. La Luce è venuta nel mondo, constata amaramente Gesù, ma ci sono molti che odiano la luce ed amano le tenebre. Hanno paura della Luce. Essa infatti fa vedere cose che si vorrebbe tenere nascoste, perciò amano le tenebre. Invece occorre fare la Verità: cioè per mezzo della Luce che è lo splendore dell'Amore, far apparire ciò che "veramente siamo": peccatori, fragili, negativi, ma la verità è questa: se accogliamo di esserlo scopriremo di essere amati proprio per questo! Fratelli, sorelle: non abbiamo dunque paura della Luce, quella che mette a nudo ciò che siamo veramente! Essa ci salva e ci guarisce. Usciamo dai nostri sepolcri e lasciamo che l'Amore invada i nostri cuori perché la sua potenza ci possa condurre e prendere per mano verso le vie della Vita eterna alla quale sospiriamo.
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Dal Vangelo secondo GiovanniIn quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di
(Giovanni 10, 27-30)tutti e nessuno può strapparle dalla mano del
Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola»....Parola del Signore
Commento al Vangelo di Padre Augusto Drago
Nel Vangelo di Giovanni Gesù compie le grandi rivelazioni di sé e della sua missione in occasione delle grandi feste liturgiche che si compivano nel Tempio a Gerusalemme. Alla fine della festa delle Capanne, che si celebrava in autunno, Gesù si era rivelato come il "Bel Pastore" che dona la sua Vita per le pecore. Ora ci troviamo in un'altra festa liturgica, quella della Dedicazione del Tempio e che ricordava la purificazione compiuta dai Maccabbei dopo che l'empio Re Antioco IV aveva profanato il Sancta Santorum, vale a dire la parte più intima del Tempio. Lì, dove, nascostoda un velo, si trovavano le tavole dell'Alleanza ed era posto il Trono per l'Invisibile Signore, Antioco aveva eretto una statua a Zeus, il Giove dei latini. I maccabbi riuscirono a sconfiggere Antioco e aliberare e purificare i Tempo. Da allora nacque la festa della Dedicazionedel Tempio. Tale festa veniva celebrata in inverno, tra la fine di novembre e gli inizi di Dicembre. E' questo il contesto del nostro brano dove Gesù riprende il tema del Pastore. Era inverno, dice il testo al versetto 22 del capitolo 10. Gesù passeggiava lungo i portici di Salomone. Questa scena mi è sempre rimasta impressa mel cuore. Gesù che cammina nel freddo di un inverno! Lo immagino mentre, sentendo freddo,si stringe attorno la tunica e magari si stropiccia le mani per riscaldarle. Ma il freddo è anche il simbolo dei cuori non riscaldati dall'Amore e dalla fde. Si avvicinano a Lui alcuni degli anziani e gli chiedono: "Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente". Sento un senso di tenerezza e di compasione verso Gesù. Come vorrei che lo sentiste anche voi, fratelli e sorelle. Infreddolito non solo dalle brume invernali, ma da quei cuori ai quali gà tante volte ha inutilmente parlato. Tenerezza e compassione! Come anche Lui ha tenerezza e comassione per quei cuori infreddoliti dal ghiaccio della supponenza orgogliosa. La risposta di Gesù è carica di pazienza amorosa: "Ve l'ho detto tante volte e voi non credete..." E' così difficile credere quando la ragione superba diventa fine a se stessa.
E' a questo punto che Gesù riprende il tema del reinto delle pecore di cui già aveva parlato alla fine della festa dele capanne."Voi non siete mie pecore. Infatti le mie pecore ascoltano la mia voce ed Io le conosc ed esse mi seguono". Parole stupende dette in un contesto polemico.
Le mie pecore ascoltano la mia voce ed io le conosco ed esse mi seguono! Come ricordano tanto l'incontro di Gesù risorto con la Maddalena! "Gesù le disse:Maria!. Ella si voltò e gli disse: Rabbunì! E Maria lo riconobbe al suono dela sua voce. Una voce il mio Diletto! Dice la sposa del Cantico dei Cantici. L'Amore diventa capacità di percepire tra tante voci la vera Voce di Colui che chiama per nome! "Ed esse mi seguono". Maria di Mgdala, ricevuta una missione da parte del Risorto, segue il comandamento ricevuto. Solo l'amore riconosce la Voce dell'Amato! I farisei, i dottori della legge, i sotili ragionatori di questo mondo non sanno riconoscerla perché non sanno amare. L'Amor è la chiave che apre i misteri del Signore e ci fa entrare nel suo cuore. Tre verbi articolano in modo particolare il nostro brano: Ascoltare, conoscere, seguire. Sono messi in una sequenza che esprime tutti i vari passaggi della vita spirituale. Ascoltare: la Sua Parola, saperla distinguere da tante altre parole che sommergono il mondo e il nostro cuore di cose non vere, inautentiche e che spacciano per verità ciò che verità non é. Ascoltare la sua voce, riconoscerla tra mille voci: é Amore. Come Egli, Gesù, conosce le voci dei nostri lamenti, dei nostri pianti e delle nostre gioie, così il credente riconosce la sua Voce soave, lieve, leggera, carezzevole, è una Voce che dice solo una Parola, sintesi di tutte le parole. La Parola è questa: Ti amo, credi in Me! Conoscere. Ascoltare la Voce di Gesù significa custodirla nel cuore, meterla in pratica: e piùla custodiamo come un tesoro geloso, più la conosciamo. : Essa infatti è un tesoro inesauribile: non la si finisce mai di comprenderla. Oggi giorno la stessa Voce ci dice cose nuove anche se è sempre la stessa. L'Amore fa nuove le cose di sempre. Ci fa gustare le cose che già abbiamo assaporate, perchè ha delle tonalità sempre nuove! Non si finisce mai di conoscere per chi veramente ama. Seguire. Se si ascolta e si conosce, come si fa a non sentire il fascino di Chi ci parla? E' Gesù, il Figlio del Padre, Lui che un unica cosa con il Padre. Come non restarne affascinati? Allora si sente una forza interiore che ci "costringe" quasi a seguirlo! Seguirlo ovunque Egli vada! Ovunque Egli ci manda! Ovunque Egli vuole! Non c'è nemmeno lo "sforzo" di un'obbedienza difficile da compiere. C'è solo di seguire l'Amore, ben sapendo che ci condurrà tra le braccia del Padre suo! Ed è bello sapere che se lo ascolteremo, lo conosceremo e lo seguiremo, Egli ci dona la propria vita che è la stessa vita del Padre. L'amore è così forte e tenace che nessuno potrà mai strapparci dalle sue mani. [felice70] 23:28: ciao "Chi ci separrà dall'Amoore di Cristo?" cantava san Paolo! Come potrebe abbandonarci se il Padre stesso ci ha messi nelle sue mani? Siamo tanto suoi come tanto del Padre! Poiché "Io e il Padre siamo una cosa sola"! : Ciò che è del Padre è anche del Figlio e ciò che è del Figlio è anche del Padre. Come allora potremmo essere lasciati orfani e privi di Lui? [felice70] 23:30: finalmente una chatt dove si parla di gesu e dio senza vergognaParole bellle, stupende che infondono tanta forza e tanto coraggio nel compiere ciò che la Sua Voce ci dice di fare. Quale pace, quale senso profondo di sicurezza dona al nostro cuore il sapere di appartenere a Qualcuno, Cristo Gesù e al Padre! Quale gioia incontenibile sapere che il nostro Signore, Lui il Cristo, ci dona di appartenere anche al Padre! Non siamo più degli sconosciuti, perché Colui a cui apparteniamo ci ha scelti, ci ha desiderati, ci ha chiamati per nome, ci ha fatti suoi e noi abbiamo imparato a non potyer fare a meno di Lui! E' così davvero nella nostra vita?
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Dal Vangelo secondo Giovanni(Giovanni 12, 44-50)Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. ...Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Commento al Vangelo di Padre Augusto Drago
"Il quel tempo..." Quale "Tempo?" Voglio dire in quale punto del Vangelo di Giovanni è situato il nostro brano? E' importante saperlo, diversamente non potremmo coglierne fino in fondo il significato. Ebbene ci troviamo nel contesto dell'Ultima settimana di Gesù. All'inizio del capitolo 12 si legge infatti: "Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania..." Come il nostro evangelista aveva iniziato il suo vangelo descrivendoci la prima settimana di Gesù adesso termina con la descrizione dell'ultima settimana di Gesù. Con essa è ginta "l'Ora".Tutto il Vangelo di Giovanni, a partire dalle nozze di cana, è un camminare di Gesù verso la "sua Ora". E' l'Ora della sua Pasqua di morte e di Resurrezione. E' l'ora quando l'Agnello Pastore, dopo essere stato sgozzato, siederà sul suo trono di gloria preparatogli dal Padre fin dall'eternità. E' finito il suo ministero pubblico. Nell'ultima festa, quella della Dedicazione, aveva compiuto un gesto impensabile: la resurrezione di Lazzaro, come segno e preludio della sua Resurrezione. Ora che iniziata la sua Ultima settimana, Gesù, a voce alta, può fare un riassunto di quello che diSé e del suo mistero ha detto durante il suo ministero pubblico."Allora Gesù gridò a gran voce..." Il particolare della voce elevata è tipico dei momenti di rivelazione pubblica e solenne. Quindi il "grido di Gesù" acquista il valore di ultimo appello alla fede. Egli usa due verbi in modo particolare: "Credere e vedere": essi sono applicati alla perssona stessa di Gesù ed unitamente anche al Padre. Con evidente parallelismo si afferma la profonda comunione tra Gesù e il Padre. Vedere Gesù, credere in Gesù è la stessa cosa che credere e vedere il Padre! Nel branno si insite sul fatto che Gesù è stato mandato, è venuto: Il Padre è il "mittente, il mandante. Così Gesù viene ad affermare che la decisione pro o contro Gesù stesso è importante perchè implica una presa di posizione pro o contro il Padre stesso. Poi Gesù afferma: "Io sono venuto nel mondo come Luce..." Il tema è ampiamente diffuso in tutto il Vangelo a partire dal Prologo.L'opposizione luce-tenebre è frequente nel nostro Vangelo. Gesù si identifica con la Luce, perché è Verità. Le tenebre non sono una potenza minacciosa, sono al contrario un ambito che paralizza ed esclude ogni possibilità di salvezza."Rimanere nelle tenebre" significa non avere accesso ad alcuna possibilità di vita. La Luce è Vita. Le tenebre sono morte! Gesù è venuto come Luce nel mondo, vale a dire Egli è la Vita del mondo e dell'uomo. Senza di Lui non c'è possibilità di Vita. Senza di Lui c'è la morte. "Io sono la Resurrezione e la Vita" dice Gesù parlando a Marta dopo la morte del frattello di questa Lazzaro. Proprio per questo, per dare Vita Gesù non è venuto per condannare... Egli, come Agnello pastore, ha ricevuto dalle mani del Padre il gregge da custodire.: Egli è venuto perché gli uomini abbiano la Vita e la abbiano in abbondanza. Tuttavia l'uomo ha chilo condanna. : Qui, sembra dire Gesù, è decisiva la scelta di ciascuno, per la fede o per la non-fede. Gesù viene a salvare. Ma la non fede o la salvezza respinta di fatto diventa una condanna. La "Parola" che opera ed annuncia la salvezza, automaticamente procura anche l'opposto per chi le si oppone. La distinzione si opera dunque già nel presente..Tuttavia il giudizio definitivo è per l'ultimo giorno. "Il Padre mi ha ordinato che cosa devo dire..." La parola del Vangelo possiede il potere solenne di operare un simile giudizio perché è la Parola del Padre stesso: non ha origine umana. In un certo senso Gesù non giudica e non condanna nessuno. Ciascuno si giudica e condanna da sé. In misura dell'ascolto della Parola. Veramente potente la Parola di Dio: chi crede si salverà, ma chi non crede è già giudicato, diceva Gesù a Nicodemo. Il non credente è giudicato dalla Parola del Padre che si fa presente nella Parola del Figlio! Questa è la Potenza della Parola: "Le mie Parole non sono mie, - dice Gesù - ma del Padre mio.C'è dunque una misteriosa quanto stupenda simbiosi tra Gesù e il Padre. Non avev detto Gesù che "Io e il Padre siamo una sola cosa?" In virtù di che cosa Gesù, l'Uomo di Nazaret, e il Padre sono "Una cosa sola?" : In virtù dell'obbedienza e dell'ascolto. Infatti Gesù alla fine della Parola "gridata" afferma: "Le cose che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me" Questo è il comandamento di vita eterna. Il termine "comandamento" potrebbe essere agevolmente tradotto come "incarico".Il Padre ha affidato a Gesù un compito che è primariamente per la Vita e per la salvezza. Fratelli e sorelle, in una specie di compendio, Gesù richiama come ultimo appello, prima di salire sulla Croce, il senso profondo el suo Mistero e ci pone con le spalle al muro. Occorre prendere una decisione. Con Gesù non ci sono mezzi termini. Non ci sono separazioni tra il credere e il vivere.Gesù determina l'essere dell'uomo nell sua interezza. Occorre deidere. Dalla decisione dipende ciò che non solo saremo, ma anche ciò che siamo. Quanti di noi vivono in una fede che non è pura ed integra, perché fortemente inficiata dalla mentalità di questo mondo il cui padre è il Maligno, il padrone delle tenebre? Quanti di noi pensano di credere solo perché pongono atti di "fede" cui non corrisponde una decisione del cuore a cambiare vita. Quanti di noi non hanno ancora veramente e fino in fondo preso un'autentica decisione? E' tempo! E' tempo. E' "Ora". Per il cristiano non c'è domani per decidersi. Oggi! Questa è l'ora che urge
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