Il Vangelo di Marco

Dal Vangelo di Marco 7,24-30 

...In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 
...Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. 
Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. 
...Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».
Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». 
...Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
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Parola del Signore 





Commento al Vangelo di Padre Augusto Drago


Penso che il Signore, stanco ed esausto dalle dispute con i farisei, abbia sentito il bisogno di ritirarsi in un luogo appartato
E' significativa la mancanza degli apostoli e dei discepoli.
Ma anche in terra straniera il suo Nome ormai è giaà noto.
Nel racconto della 'incontro con la donna straniera mette in evidenza il tema del "pane".
In questo racconto, scritto già quando nelle prime comunità si dibatteva sul come comportarsi con i greco-cristiani in rapporto ai giudeo-cristiani. si risente molto il clima delle dispute e dei problemi che questo problema comportava.
Basta leggere la lettera ai Galatidi Paolo per vedere come in quella comunità c'erano sia giudei che si erano convertiti al cristianesiomo sia persone provenienti dal mondo pagano e che anche loro avevano accolto Cristo nella loro vita.
Ma qui sorgeva il problema: i giudeo cristiani non avevano ancora del tutto abbandonato le vecchie abiorudini giudaiche per cui spesso alla mensa comune stavano separati dai cristiani di lingua greca.
Il brano risente di queste dispute.
Si potrebe dire che il problema non sia risolto nemmeno oggi.
In certi ambienti, dove si preferisce dare denaro ma non condividere la mensa con il "diverso", dove si pratica l'elemosina e magari con un trattamento speciale dato all'altro, ma non la vera ospitalità.
Dove all'individuo non si lascia mancare niente ma gli si nega il dono essenziale: farlo sentire a casa.
Con l'aggravante che, al tempo delle prime comunità cristiane, si trattava di rapporti tra cristiani e pagani, mentre oggi il problema riguarda persone della stessa fede.
Ed è una cosa che avvilisce realmente.
C'è soltanto da sperare che le comunità cristiane si rendano conto che la linea evangelica passa attraverso il pane condiviso nella stessa mensa.
Un pane offerto a parte a quelli di fuori nonè più un pane offerto.
Ma rifiutato.
Per quanto possa dispiacere, occorre avere il coraggio di riconoscere che c'è anche questo "sacramento" in negativo, a cui si accostano molti cristiani: il rifiuto della comunione.
C'è qualcosa di peggio della solitudine:
è il rimanere solo "tra noi"